blog di lidia fassio invidia

Forse, tra tutte le emozioni, quella più inconfessabile è l’invidia: nessuno di noi onestamente riconoscerebbe pubblicamente di essere invidioso, mentre non fa troppa fatica a confessare la paura, la gelosia, la tristezza e la rabbia .. tutte emozioni che appartengono all’umano.

 

L’invidia è un misto di  ammirazione, desiderio, emulazione, irritazione e odio verso chi possiede qualcosa o ha vantaggi che noi non abbiamo.

Spesso si  confondono invidia e gelosia; per gelosia  si intende un’emozione intensa che nasce dalla percezione “vera o presunta” di vedersi sottratto  l’oggetto del nostro amore;  possiamo così dire che la gelosia è sempre rivolta verso  una persona per  la quale proviamo  amore;  si può quindi essere gelosi del proprio amante, del proprio genitore, ma sotto c’è una tonalità  affettiva.

 

L’invidia invece riguarda essenzialmente due persone e non tre; è un sentimento che nasce dal desiderio di avere ciò  che ha qualcun altro.

Inizialmente l’invidia è un’emozione che spinge al miglioramento perché,  di fatto, ci fa notare qualcosa o qualche qualità che non possediamo  e che vorremmo  avere.

L’invidia è dunque sempre rivolta verso di sé, anche se apparentemente viene proiettata sull’altro  poiché contiene un’ammissione di “incapacità e di inadeguatezza”.

 

L’invidia presuppone un “paragone” con qualcun altro che  obbliga   a riconoscere l’ “inferiorità”; ciò che fa soffrire molto in questo caso è la sensazione di non avere gli strumenti necessari per modificare la situazione, almeno non nell’immediato.

 

La reazione di invidia è tanto più potente quanto più è elevato il senso di inferiorità che deriva dal paragone con l’altro il che  costringe a sminuire l’immagine che si è nutrita  di sè stessi.

Si prova  dunque invidia quando si assegna  all’altro una netta superiorità in un campo o in una qualità a cui si dà  un grande valore.

 

Avete mai provato invidia? Conoscete persone “invidiose”?

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One response

  1. Ciao Lidia eccome se l’ho provata l’ invidia proprio la settimana scorsa il mio compagno invita la figlia a cena in un ristorante favoloso .Ho sentito le viscere stringersi perche’ non invita me in certi posticini. Poi analizzando ho visto la mia parte infantile quello che non ho mai ricevuto . E anzi ho trasformato anche se con fatica la gioia che lui puo’ provare nell’ aver riconquistato il rapporto con la figlia interrotto dopo la separazione. Grazie e mi complimento per questo blog

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