Il blog di Lidia Fassio - Cannabis

E’ recentissima la notizia che due ospedali importanti del nostro Paese ospiteranno la sperimentazione della Cannabis come terapia del dolore alternativa a quelle normalmente praticate. Praticamente il 40% dei malati di cancro ai polmoni, alla prostata e al pancreas seguiranno alle Molinette di Torino e al Policlinico Umberto I° di Roma una terapia che prevede la somministrazione per via orale di compresse a base di canapa indiana.

 

I due ospedali metteranno a punto un protocollo terapeutico che poi potrà essere allargato ad altri ospedali e ad altre patologie, non solo quelle oncologiche.

E’ chiaro che questo discorso si fa interessante in quanto riguarda un prodotto “la cannabis” che per qualche motivo ha avuto una vasta diffusione nell’antichità, considerata addirittura il “nettare degli Dei”, mentre è stata praticamente bandita nella civiltà occidentale in quanto considerata distruttiva al pari di droghe ben più pesanti e ben più dannose quali l’eroina, la cocaina e le droghe sintetiche.

Di fatto, di questa canapa se ne parlava molto già intorno al 1000 a.C.; in India era apprezzata sia come “rimedio antidolorifico”, sia per il suo alto “valore spirituale”, sia, infine, come capace di “stimolare nell’anima poetica la fabbricazione del linguaggio”. Certo, tutto ciò apparteneva alla alle culture orientali mentre in Europa è giunta relativamente tardi e mai del tutto apprezzata proprio perché non in linea con i principi fondamentali delle nostre culture.

 

In effetti, è molto interessante il fatto che ci siano degli studi che affermano che le droghe si sono sviluppate in modo diverso ma in relazione alle esigenze di un determinato tipo di cultura: infatti, noi che siamo stati per tanto tempo i “dominanti”, non potevamo apprezzare la canapa, ma abbiamo invece apprezzato molto di più “l’alcool” che, ovviamente, meglio si prestava ad incanalare le forme sociali e le immagini culturali di popoli sostanzialmente conquistatori.

Ancora oggi, molta delle pubblicità degli alcolici tende a sottolineare la forza, l’aggressività, e la virilità: il messaggio subliminale punta infatti all’uomo che per essere attivo, forte e virile deve bere un sano bicchiere di liquore per poter agire al meglio le sue qualità.

 

La canapa e l’hashish, sono invece sostanze atte a “dissolvere i condizionamenti sociali” e questo non poteva essere accettato da una società che invece doveva metterne e soprattutto strutturare regole e dettami precisi e rigidi.

In pratica, chi nella nostra società fa uso di queste sostanze viene visto come un soggetto scarsamente virile, per nulla inquadrabile psicologicamente, uno che si lascia influenzare da valori prevalentemente femminili, in quanto queste piante psicoattive, qualora vengano assunte sotto forma di fumo, tendono a dissolvere i confini, e a creare condizioni di estrema libertà a livello mentale.

Tra l’altro, i grandi fumatori di canapa si sono sempre distinti anche esteticamente per portare i capelli lunghi, per non essere particolarmente aggressivi e per essere creativi e sensibili.

 

In pratica, guardando tutto ciò da un punto di vista astrologico, la cannabis è una pianta con forti caratteristiche Nettuniane e, il suo compito, è veramente quello di permettere comportamenti atti ad unire e ad attenuare le differenze, nonché a ridurre di molto la competitività, la dominanza e la gerarchia che, ovviamente, crea discriminazione e divisione.

E’ anche interessante il fatto che la sperimentazione di questa sostanza a livello farmacologico venga fatto con Urano nel segno dei Pesci (all’opposizione della Vergine e con Nettuno nel segno dell’acquario). Forse è veramente un segno dei tempi.

 

Per queste sue caratteristiche, forse, la legalizzazione della marijuana è sempre stata una questione molto poco chiara e a dir poco contraddittoria perché .. anche qui uso il … forse…, essa “potrebbe modificare di molto i valori che ancora imperano nella nostra società”.

Voi che ne dite?

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2 Responses

  1. carissimi amici,
    ovviamente non si può prendere in considerazione il nodo nord se non ci occupiamo anche del nodo sud in quanto si tratta di un asse che ci ricorda le potenzialità che abbiamo già sviluppato (nodo sud) e quelle che, invece, dobbiamo sviluppare in questo nostro viaggio.
    Cercando di connetterci con le energie del nodo sud ci renderemo conto che sono talenti e risorse importanti che riusciamo ad attivare spontaneamente, senza grandi sforzi. Possono però anche essere in un certo senso dei trattenimenti poichè, rappresentano anche delle zone comfort da cui non vogliamo congedarci che, di conseguenza, finiscono per diventare le strade che percorriamo sempre senza andarne a intraprendere delle nuove.
    Un saluto Lidia

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